Epilazione nei centri estetici: luce pulsata e cavitazione censurate
Epilazione permanente effettuata dai centri estetici: luce pulsata e cavitazione sono state censurate definitivamente dal Ministero della Salute
Il Ministero della salute con decreto dell’11.5.2011 n. 110 ha censurato definitivamente all’estetista la cavitazione e la luce pulsata, due trattamenti effettuati senza alcun criterio in ogni centro estetico. Molti centri estetici hanno impugnato tale decreto presso gli organi giurisdizionali ed hanno continuato ad effettuare le prestazioni illegali. “Ebbene rassegnatevi non ci sarà nessuna marcia indietro e nessun ricorso vittorioso, Cavitazione, Luce Pulsata e RF per il foto ringiovanimento del viso sono apparecchiature definitivamente censurate all’Estetista e chi ha finanziamento quei ricorsi è stata solo una enorme operazione di marketing per riparare a quelle vendite effettuate forzatamente anche nell’ultimo anno, quando tutti conoscevamo la sostanza del decreto e sapevamo che l’approvazione sarebbe stata un’ipotesi possibile.”
A seguito di ciò si può affermare che tali trattamenti il cui costo può variare dai €400,00 ai € 2.000,00 sono oggetto di una pratica commerciale scorretta effettuata dai centri estetici attraverso l’ uso di pubblicità ingannevole e tra l’altro menzognera.
Questi i motivi che hanno indotto diversi consumatori tra l’altro anche tanti uomini, ad usufruire di tali trattamenti tanto diffusi in Italia e tanti hanno constatato l’assoluta inefficacia degli stessi non essendo l’epilazione a carattere permanente. Il Codacons Caserta ha quindi presentato diversi giudizi uno dei quali è stato transatto da un centro estetico di Modena, a riprova dell’assoluta inefficacia dei servizi offerti, ed ha visto la restituzione di € 1.200,00 per il trattamento di luce pulsata ed € 700,00 per risarcimento danni. In corso anche numero di 3 giudizi che dimostrano oltre che l’inutilità del trattamento anche l’inadeguatezza sanitaria di alcuni centri estetici. È importante inoltre dire che i centri estetici utilizzano in comodato i macchinari per effettuare i trattamenti anche in maniera congiunta e per questo risultano spesso inadempienti dato che i consumatori si sono visti spesso rinviare le sedute e impossibilitati ad usufruire del trattamento pagato per l’assenza in sede del macchinario.
Invitiamo tutti a venire al Codacons Caserta per ottenere la restituzione degli importi illegittimamente versati, soprattutto se il trattamento è stato pagato a mezzo contratti di finanziamento stipulati per il pagamento dello stesso.
DENUNCIAMO TUTTI INSIEME I DISSERVIZI DELLA SANITÀ CASERTANA E CAMPANA
Il Presidente del Codacons Caserta, l’avv. Maurizio Gallicola, avendo vissuto negli ultimi 2 anni una lunga e travagliata vicenda medico sanitaria nelle vesti di paziente, ha deciso di portare avanti una campagna di sensibilizzazione per il rispetto del malato alla luce dell’operato delle strutture sanitarie in provincia di Caserta. In particolare sull’ultima esperienza vissuta nel dover praticare una PET e una TAC decisive per conoscere gli esiti della malattia, l’avv. Gallicola ha riscontrato in una delle strutture più importanti della Campania, le seguenti situazioni che si appresta a denunciare.
- Pur avendo fissato telefonicamente un appuntamento alle ore 8:30 è stato costretto a fare una fila di durata all’incirca 45 minuti per effettuare il pagamento delle prestazioni alle quali doveva sottoporsi;
- Non essendoci un apparecchio dal quale estrarre i numeri di prenotazione durante l’attesa bisognava essere sempre vigili per evitare di essere scavalcati nella fila;
- Giunto il turno è stato condotto nel centro di medicina nucleare dove ha dovuto attendere in piedi per altri 10 minuti prima di essere chiamato;
- Nella stanza dalle dimensioni ridotte dove doveva attendere per sottoporsi alla PET e alla TAC e bere le quantità di acqua consigliate c’erano altre 4 persone che date le circostanze avevano l’esigenza di andare in bagno. Il bagno si presentava di una sporcizia indicibile, il water sprovvisto di tavoletta (c’è da chiedersi come le donne potessero fare con i loro bisogni corporali), e intorno allo stesso nel raggio di circa un tutto bagnato quasi sicuramente di urina.
- I medici presenti nella loro struttura esercitavano le loro mansioni senza camici guanti e apposite scarpe sanitarie (alcune infermiere giravano nei reparti con tacchi 12)
Vogliamo che tutti coloro che abbiano subito situazioni anche peggiori come già spesso denunciate ci scrivano. Il Codacons Caserta provvederà di propria iniziativa ad effettuare le giuste denunce alle autorità competenti ed a seguire tutte le vicende che verranno segnalate. Questo può essere un importante momento per invertire la rotta che vede in Campania il malato trattato come animale da allevamento mentre al contrario queste strutture si arricchiscono a spese nostre anche in questi periodi di crisi non fornendo nemmeno il minimo della decenza sanitaria e del rispetto del’uomo prescritto dalla legge. Invito pertanto i consumatori a segnalare episodi accaduti senza alcun timore ne paura di ricevere ritorsioni. È questo l’altro strano fenomeno che si riscontra nei cittadini campani ovvero la paura di denunciare. Paura di cosa? Si tratta di diritti imprescindibili di ogni cittadino per i quali dobbiamo pretendere il rispetto. Recuperiamo tutti insieme la nostra dignità.
Il 90% dei contratti di mutuo–contocorrente stipulati in Italia sono usurai
Il 3 giugno dello scorso anno il Codacons Caserta, fra i primi in Italia iniziò la propria campagna “Fai il tagliando ai tuoi mutui, conti correnti etc.”. Questa iniziativa nasceva dalla sentenza della Cassazione che finalmente fissava dei punti ben precisi per definire usuraio l’interesse applicato dalle banche. Infatti la Corte suprema indicava che al TAG fossero conteggiati e sommati anche interessi moratori, anatocismo, spese di assicurazioni e quanto altro previsto o non previsto contrattualmente. In pratica il Codacons Caserta ha verificato che il 90% dei contratti stipulati in Italia sono usurai. Tantissime sono state le persone venute presso la sede per far controllare i propri contratti e per molte sono già iniziate le procedure giudiziarie. A chi conviene far cause alle banche per interessi usurai?
A) In modo particolare a chi è in difficoltà nei pagamenti onde poter presentare domanda riconvenzionale qualora la banca richieda restituzione delle somme erogate per mancato pagamento delle rate di mutuo o finanziamento;
B) Conviene a chi è in regola con i pagamenti del contratto di mutuo in quanto può attraverso questa azione giudiziaria rideterminare il tasso degli interessi o addirittura eliminare gli interessi dal pagamento annuale;
C) Conviene sempre alle imprese che hanno contratto di mutuo di elevati importi e che ora data la crisi a pagare.
La vicenda dei tassi di interessi e del comportamento scorretto delle banche che ha fatto eco anche grazie a famose trasmissioni quali “Le Iene” e “Striscia la notizia” ha visto molte associazioni di consumatori e società private pronte ad iniziare battaglie legali nei confronti degli istituti di credito. Il vero problema però sono i costi soprattutto della relazione tecnica da esibire in giudizio. A nord i costi variano dai € 5.000,00 agli € 8.000,00; al sud tale costo si aggira intorno ai € 2.000,00 . Si tratta di costi troppo elevati a cui vanno aggiunti i costi delle spese giudiziali. A tal riguardo c’è da sottolineare che se un perito guadagna per la sua relazione € 2.000,00 certamente è già soddisfatto di quanto ricevuto e quindi è poco coinvolto nelle vicende giudiziarie successive.
Il Codacons Caserta invece è riuscito attraverso un Pool di giovani commercialisti ad ottenere un costo per la relazione peritale di € 800,00 per cui chi si reca al Codacons Caserta in 10 giorni avrà gratuitamente un dettaglio preliminare delle somme che può recuperare e 20 giorni la perizia a costi minimi. Inoltre il consulente assisterà il consumatore quale CTP consulente tecnico di parte, in tutto il giudizio senza altri esborsi. Il guadagno dell’Associazione sarà sugli importi netti ricavati a fine giudizio.
La trasparenza ed i costi più bassi e la professionalità assoluta fanno sì che il Codacons Caserta sia all’avanguardia in Italia per questo tipo di giudizi.
Sperando che con questa azione si ponga un freno al dominio incontrastato che le banche hanno sul governo italiano e sugli organi legislativi, dobbiamo credere che tutti insieme possiamo riequilibrare il rapporto tra banche e cittadino visto che questo squilibrio ha causato la situazione di bancarotta che ha coinvolto tutto il popolo italiano.
Deposito cauzionale versato nella prima fattura contrattuale
Accade spesso nella vita di ogni consumatore di cambiare operatore sia per quanto concerne l’erogazione del servizio elettrico o del gas, sia per la fornitura di servizi telefonici o altro.
In ogni prima fattura prevista dal contratto gli operatori addebitano il deposito cauzionale di un importo pari in alcuni casi ad € 60,00 ma che può arrivare, nei contratti di tipo affari, anche alla cifra di € 150,00. Ebbene qualora un consumatore sia in regola con i pagamenti e decida di cambiare operatore gli è dovuta la restituzione del deposito cauzionale. Ciò non avviene mai. È da evidenziare che in tale ipotesi oltre alla restituzione dell’importo è dovuto un indennizzo nel caso in cui tale restituzione non sia effettuata. È possibile calcolare che se negli ultimi 10 anni ciascuna famiglia o impresa ha cambiato almeno 5 volte operatore di uno qualunque dei servizi elencati, la somma degli indennizzi cui avrebbe diritto ciascuno è pari all’incirca ad € 400,00 per famiglia ed oltre € 700,00 per le imprese..
Il Codacons Caserta invita pertanto tutti i consumatori a controllare i depositi cauzionali versati e non restituiti negli ultimi 10 anni. È importantissimo ricordare che ormai nella vita di ogni individuo e impresa non basta conservare solo le ricevute dei pagamenti effettuati come fa il 90% dei consumatori ma soprattutto le fatture per richiedere la restituzione degli importi illegittimamente versati e per contestare eventuali consumi non effettuati.
IL CODACONS CASERTA CONTRO MEDIASET S.P.A.
Tante le segnalazioni pervenute negli anni al Codacons Caserta sulle illegalità commesse nei principali giochi televisive RAI e Mediaset. Questa volta però ad essere coinvolta in una illegalità commessa da un importante trasmissione è la cittadina di Caserta la Sig.ra Rossella Ilardi e la famosa trasmissione è “Avanti un altro” condotta dal noto presentatore Paolo Bonolis. Questo il fatto. Nella puntata trasmessa il 9.10.2013 presso gli studi televisivi della società Mediaset di Roma la sig.ra Ilardi, dimostrando grande preparazione, sbaragliava tutti gli altri concorrenti arrivando a partecipare alla manche finale del gioco. C’è da dire inoltre che la sig.ra Ilardi ha stupito tutti per le sue capacità canore intonando un bellissimo duetto con lo stesso conduttore. Nella manche finale del gioco nella quale la concorrente approdava con un montepremi di €190.000,00, consiste in una serie di domande con duplice risposta, una giusta ed una sbagliata, e che il concorrente debba fornire quella sbagliata.
Orbene due i fatti eclatanti successi. Il primo relativo alla terz’ultima domanda nella quale veniva chiesto quali sono i colori dello stemma di Napoli con due opzioni rosso- giallo o bianco- azzurro. La Sig.ra rispondeva rosso-giallo pensando che la domanda riguardasse lo stemma della squadra del Napoli che ha i colori bianco-azzurro. La risposta veniva considerata sbagliata in quanto relativa allo stemma della città del Napoli che ha invece i colori rosso e giallo. Ne susseguiva una discussione, che non veniva mandata in onda, nella quale alla sig.ra Ilardi che sottolineava che la domanda era ingannevole, il conduttore e gli autori rispondevano che lo spirito del gioco è impregnato sull’equivoco pertanto per loro la domanda era stata posta nella maniera giusta. L’evento grave si è verificato invece sull’ultima domanda, nella quale il montepremi ammontava a € 48.000,00 cifra alla quale pochi concorrenti di questa trasmissione sono arrivati. La domanda veniva posta da Bonolis nei seguenti termini: A chi è apparsa la prima volta la Madonna di Lourdes? E le risposte fornite erano: 1) ad una contadina 2) ai tre pastorelli. La sig.ra Ilardi, in quanto sostenitrice dell’Unitalsi, ricordando perfettamente che Bernadette era senz’altro o una pastorella o la figlia di mugnaio, rispondeva il contrario ovvero “una contadina”. Secondo la trasmissione la risposta giusta doveva invece essere “i 3 pastorelli” in quanto Bernadette era una contadina.
La considerazione è la seguente. Il gioco come più volte affermato presenta domande che possano indurre all’equivoco ed all’inganno. Tuttavia una cosa è indurre all’inganno altro è dare due risposte sbagliate o come affermano alcuni testi negare la verità.
Quindi il Codacons Caserta ha deciso di intentare giudizio contro Mediaset e la società di produzione Endemol per il clamoroso errore commesso e rendere giustizia alla bravura ed alla competenza della sig.ra Ilardi.
L' esperienza a “Mi Manda Raitre”
Fantastica è stata l’esperienza di partecipare alla trasmissione "Mi Manda Raitre" .
Dobbiamo riscontrare che i cinque casi presentati nella trasmissione quali interruzione della linea telefonica, mancato allacciamento della linea, linea adsl discontinua o inesistente etc. sono casi trattati e risolti dal Codacons Caserta decine di volte ma con un’enorme differenza ovvero che mentre gli utenti presenti in trasmissione si sono rivolti come vuole il sistema delle grandi società telefoniche alle Camere di Conciliazione ottenendo micro risarcimenti di massimo € 300,00 senza risolvere il problema, coloro che si sono rivolti al Codacons Caserta o ad altri studi veramente specializzati nel settore, tra indennizzi e risarcimento dei danni hanno incassato cifre tra i €10.000,00 ed i €50.000,00.
Ciò che vogliamo ricordare ai consumatori è che esistono in Italia precise leggi con previsioni specifiche in materia di indennizzi e risarcimenti dei danni per i casi sopra indicati. Per esempio per le ipotesi di mancata attivazione della linea è previsto un indennizzo di € 5,00 al giorno, sospensione del servizio € 10,00 al giorno, linea ADSL discontinua € 2,50 al giorno etc.
Rivolgetevi pertanto ai pochi professionisti che esistono nel settore e ricordatevi che per ogni disservizio, dopo il reclamo che potete effettuare ai numeri del servizio clienti, di inviare fax o e-mail in modo da avere la prova scritta dei reclami effettuati e dei giorni di sospensione o disservizio. E’ completamente inutile effettuare decine di telefonate ai numeri indicati dalle società di telefonia in quanto sono affidate a call center esterni con sede ormai non più in Italia che leggono solo la scheda a Voi intestata e non possono intervenire in alcun altro modo.